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29/12/2020
«Personale sanitario e vaccino, Regione in ritardo sulle linee guida»
«La Regione avrebbe dovuto definire in modo più chiaro, e con un
adeguato anticipo, tempi, priorità e modalità di vaccinazione del
personale sanitario e delle case di riposo. Si è invece lasciato, prima
di definire linee guida valide su tutto il territorio regionale, che
ciascuna Azienda sanitaria procedesse per conto proprio, e con criteri
che tuttora appaiono discutibili, a partire dalla mancata individuazione
di un canale prioritario per il personale direttamente impegnato nei
settori e nei reparti più a rischio, come i pronto soccorso, i reparti
Covid, le terapie intensive, le case di riposo». Dopo il sindacato di
categoria, anche la segreteria confederale della Cgil Friuli Venezia
Giulia, con la responsabile sanità Rossana Giacaz, interviene per
stigmatizzare le difficoltà organizzative che stanno segnando l’avvio
della campagna vaccinale regione. «Non sappiamo – dichiara ancora Giacaz
– se le prime 1.700 prenotazioni registrate dall’assessore ieri siano o
meno un buon risultato, ma siamo certi che il numero salirà velocemente
in presenza di modalità di prenotazione chiare ed efficaci. L’esatto
contrario di quanto è avvenuto a Trieste, dove la scelta iniziale
dell’Asugi di ricorrere al Cup anche per le adesioni del personale
sanitario ha mandato di fatto in tilt il sistema. Servivano indicazioni
più chiare già in partenza e doveva essere la Regione a fornirle, senza
lasciare che ciascuna Azienda procedesse per contro proprio, salvo poi
correggere in corsa le modalità di prenotazione del personale». Modalità
di prenotazione che, peraltro, secondo la Cgil evidenziano tuttora più
di una criticità: «Fermo restando l’obiettivo di vaccinare in tempi
rapidi tutto il personale – spiega Giacaz – si doveva dare priorità a
quello maggiormente esposto al rischio di contagio. Ci sembra inoltre
quantomeno discutibile che per il personale delle case di riposo, le Rsa
e la sanità privata il canale di prenotazione resti quello generale del
Cup o delle farmacie, senza un canale prioritario che si sarebbe potuto
e si può tuttora individuare coinvolgendo ciascuna struttura e
consentendole di interfacciarsi direttamente con le Aziende sanitarie,
per accelerare i tempi delle vaccinazioni quantomeno per addetti e
utenti delle case di riposo».