Quali requisiti bisognerà soddisfare per andare in pensione nel 2026? Ci sono diverse novità da conoscere e una conferma.
Si avvicina quel momento dell’anno in cui l’attesa per la Legge di Bilancio 2026 cresce. Gli italiani vorrebbero conoscere qualche anticipazione per capire se ci saranno novità loro favorevoli soprattutto il relazione al tema pensioni. Una riforma sta cominciando a delinearsi all’orizzonte e già il prossimo anno potranno arrivare i primi cambiamenti.
Il Decreto ministeriale del 18 luglio 2025 del MEF è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Riguarda la variazione dei requisiti anagrafici per l’accesso alle pensioni nel biennio 2025/2026 in base all’aumento della speranza di vita. Per i prossimi due anni non ci sarà alcun cambiamento, l’uscita per la pensione di vecchiaia resta fissata a 67 anni di età. Questo perché a causa del Covid la speranza di vita era diminuita per poi riprendere a salire finita l’emergenza pandemica.
In realtà la speranza di vita sarebbe diminuita di un mese ma questo non comporta cambiamenti. Vale anche per la pensione anticipata contributiva che rimane fissata a 64 anni di età con 20 di contributi, per la pensione precoci e quella per chi svolge attività usuranti. Stessi requisiti – 42 anni e dieci mesi di contributi o 41 anni e dieci mesi per le donne – per la pensione anticipata ordinaria.
Il mese in meno dell’aspettativa di vita verrà recuperato in futuro, al prossimo adeguamento. Significa che nel 2027 l’età pensionabile dovrebbe aumentare di tre mesi ma il Governo sta pensando di applicare un blocco per evitare che i lavoratori debbano attendere per lasciare il mondo del lavoro. Bisognerà vedere se l’idea sarà sostenibile economicamente.
Niente di nuovo, dunque, in relazione al pensionamento nel 2026? In realtà ci sono delle novità su cui il Governo sta lavorando. La prima è di estendere la pensione contributiva a tutti, anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996. Resterebbe il limite del superamento di 3 volte il minimo per andare in pensione (2,8 per le donne con un figlio e 2,6 volte per le donne con due figli).
La seconda novità riguarda, invece, una nuova misura ossia Quota 41 flessibile probabilmente al posto di Quota 103. Si parla di pensionamento a 62 anni di età con 41 anni di contributi non necessariamente con sistema di calcolo contributivo. Condizione necessaria un ISEE entro 35 mila euro per ottenere la cancellazione della penalizzazione del 2% l’anno. Si tratterebbe di un’innovazione sorprendente ma al momento è solo un’ipotesi. Tutto dipenderà come sempre dalla sostenibilità della misura.
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