Se hai la partita IVA c’è questo metodo legale per evitare ogni tipo di controllo

Come trasformare un obbligo fiscale in uno scudo protettivo che ti tiene lontano dagli accertamenti? Bastano poche semplici “mosse”.

Immaginate di poter lavorare con la vostra partita IVA senza il timore costante di una lettera dell’Agenzia delle Entrate. Niente più notti insonni chiedendovi se qualche riga della vostraa dichiarazione attirerà attenzioni indesiderate. E se qualcuno vi dicesse che esiste un modo, previsto dalla legge, per abbattere quasi a zero il rischio di controlli fiscali?

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Se hai la partita IVA c’è questo metodo legale per evitare ogni tipo di controllo. (Cgilfvg.it)

Non stiamo parlando di scorciatoie pericolose o di trucchi da manuale del furbetto. Al contrario: si tratta di un sistema ufficiale, trasparente e creato proprio dal Fisco per premiare chi gestisce la propria attività in modo ordinato e coerente. Il suo nome è ISA – Indici Sintetici di Affidabilità fiscale. Vediamo da vicino come funziona.

Come funziona la “pagella” del Fisco: dalla A alla Z

Gli ISA, introdotti nel 2018 in sostituzione dei vecchi studi di settore, assegnano a ogni titolare di partita IVA un punteggio da 1 a 10. Si tratta, di fatto, di una pagella che misura quanto una determinata attività appare “affidabile” agli occhi del Fisco. Il calcolo si basa sull’incrocio di numerosi dati: contabilità, fatturato, costi di gestione, informazioni strutturali (come numero di dipendenti e codice Ateco) e persino fattori esterni come l’andamento del mercato nel tuo settore o le caratteristiche economiche del territorio in cui si opera.

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Come funziona la “pagella” del Fisco: dalla A alla Z. (Cgilfvg.it)

A fare la differenza non sono solo i numeri che vengono dichiarati, ma anche la loro coerenza con ciò che l’Agenzia delle Entrate si aspetta da questa o quella attività. In tale valutazione pesano sia gli indicatori di affidabilità (coerenza dei dati) sia gli indicatori di anomalia (scostamenti sospetti, come ricavi troppo bassi o dati mancanti). Un punteggio alto — di solito 8, 9 o 10 — può aprire le porte a vantaggi concreti: accesso più veloce ai rimborsi, riduzione dei tempi per eventuali controlli e, in alcune circostanze, esclusione totale da determinate verifiche. Viceversa, un punteggio basso può farti finire sotto la lente d’ingrandimento.

Come ottenere il punteggio che ti mette “in zona sicura”? Il primo passo è compilare correttamente il Modello ISA, che ogni anno va allegato alla dichiarazione dei redditi. Qui bisogna indicare i dati dell’attività, mentre l’Agenzia incrocia queste informazioni con quelle già presenti nei suoi archivi. Per migliorare il voto, il segreto è puntare sulla trasparenza e sulla precisione:

  • assicuratevi che i dati siano completi e coerenti con la realtà del settore;
  • mantienete una contabilità ordinata e senza incongruenze;
  • valutate, se serve, di integrare componenti positivi (ricavi o compensi) non registrati inizialmente. Questa operazione, se fatta nei termini, non comporta sanzioni o interessi, purché le imposte siano versate.

In definitiva, gli ISA non sono un ostacolo, ma un’opportunità: il biglietto da visita per dimostrare che l’attività è solida, trasparente e allineata alle regole. Gestirli bene significa costruirsi una vera e propria “assicurazione” contro i controlli: legale, efficace e già prevista dalla legge. Il paradosso è che ciò che molti vedono come un obbligo noioso può trasformarsi nella migliore arma per lavorare sereni, sapendo che – almeno sul fronte fiscale – si dormiranno sonni tranquilli.

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