Sei un dormiglione? Non è colpa tua: c’è una ragione scientifica, anzi matematica

Ecco la ragione scientifica per cui ami dormire per molte ore: finalmente anche la matematica ti dà ragione.

Ci sono persone che amano fare delle lunghe dormite in ogni momento della giornata mentre al contrario c’è chi dorme solo la notte, quando è proprio necessario farlo. Ma c’è una ragione scientifica, anzi matematica, per cui alcune persone siano delle dormiglione.

Ragazza dorme nel letto
Sei un dormiglione? Non è colpa tua: c’è una ragione scientifica, anzi matematica – cgilfvg.it

Ecco allora che tutte le persone ritenute pigre e scansafatiche potranno giustificarsi adducendo questo studio. Il loro essere dormiglione è stato infatti spiegato finalmente!

La ragione scientifica per cui ami tanto dormire

Chi dorme non piglia pesci”: quante volte ti hanno detto questa frase se sei una persona a cui piace dormire. Ma da oggi potrai giustificare il tuo essere un dormiglione. Infatti, uno studio dell’Università di Surrey rivela come equazioni e algoritmi spieghino i nostri ritmi del sonno, dai riposini di quando siamo bambini alle sveglie all’alba da anziani.

Uomo dorme sul divano
La ragione scientifica per cui ami tanto dormire – cgilfvg.it

Lo studio, pubblicato su “Biological Timing and Sleep” spiega perché dormiamo come dormiamo, usando equazioni e formule. Il punto di partenza è un modello matematico degli anni 80 chiamato two-process model (2PM), che descrive la regolazione del sonno attraverso due meccanismi: da una parte la pressione del sonno, che aumenta più a lungo stiamo svegli e diminuisce mentre dormiamo, e dall’altra il ritmo di quasi 24 ore del nostro orologio biologico interno.

I ricercatori inglesi hanno analizzato la struttura matematica di questo modello e hanno scoperto come rispecchi fedelmente quello che accade nel cervello quando alterniamo sonno e veglia. Anne Skeldon, che dirige la Scuola di Matematica dell’università inglese e ha guidato la ricerca ha detto: “Usando i numeri, possiamo infatti vedere come anche solo piccoli cambiamenti nella luce, nella routine o nella biologia modifichino il nostro sonno e testare modi pratici per promuovere un riposo migliore per tutti“.

Quindi sono stati analizzati gli effetti della luce sull’orologio biologico dell’uomo, il che ha spiegato perché ad esempio i bambini in certe fasi dello sviluppo dormono facendo un riposino a giorni alterni. I teorici hanno chiamato questo fenomeno “la scalda del diavolo”. O ancora, si è potuto spiegare perché gli adolescenti si addormentano e svegliano più tardi dei bambini piccoli. Loro infatti possono rimanere svegli più a lungo e l’esposizione alla luce intensa di sera può ritardare ancora di più l’addormentamento.

Infine, per quanto riguarda gli anziani, loro si svegliano più presto non solo per dei cambiamenti dell’orologio biologico ma anche per via di alcuni sistemi che controllano il sonno. Queste interazioni cambiano con l’età, l’ambiente e la biologia individuale. Il modello ha anche permesso ai ricercatori di dimostrare che il sistema sonno-veglia funziona come un insieme di oscillatori non lineari che non seguono un ritmo di 24 ore.

È proprio vivere al chiuso per la maggior parte del giorno e tenere le luci accese la sera che altera questo sistema di oscillatori, modificando il nostro sonno. Eppure, analizzando tutto questo i ricercatori sono fiduciosi poiché con i dati e i modelli giusti sarà sempre più facile dare consigli e sviluppare interventi per migliorare la situazione chi ha il sonno disturbato.

Gestione cookie